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Arriviamo a comprendere fino in fondo gli esseri umani ai quali siamo uniti da un vincolo indissolubile soltanto nell'attimo della loro morte.
Noi dovremmo piangere per gli uomini alla loro nascita, non alla loro morte.
Ci sono diecimila e più porte attraverso cui l'uomo può uscire di scena.
Un uomo morente ha bisogno di morire, come un uomo assonnato ha bisogno di dormire, e arriva un momento in cui è sbagliato, oltre che inutile, resistere.
La morte è un vile esperimento chimico che viene effettuato su tutti tranne che sugli alberi della sequoia.
Vivere nuoce gravemente alla salute.
I cimiteri sono pieni di gente di cui il mondo non poteva fare a meno.
Noi tendiamo alla morte, come la freccia al bersaglio, e mai falliamo la mira.
L'eccesso di dolore per la morte è follia; perché è una ferita ai viventi, e i morti non la conoscono.
Morire: smettere improvvisamente di peccare.
Se la morte non fosse una forma di soluzione, i viventi avrebbero trovato un modo qualsiasi di aggirarla.
Nella vita la cosa più audace è odiare la morte; sono disprezzabili e disperate le religioni che ottundono questo odio.
La morte, mistero inesplicabile, di cui un'esperienza quotidiana sembra non avere ancora convinto gli uomini.
Quando siamo nati abbiamo perso quanto perderemo con la morte: tutto.
Comunque, non è così male... Voglio dire, quando sei morto, puoi essere te stesso.
La vita è somma. Gioventù + maturità + vecchiaia = m 2,50 di lunghezza x 1,50 di profondità.
Quando verrà l'ora di morire non voglio perderne neanche un attimo: si muore una volta sola.
La morte: un punto o una virgola?
La morte: chiave o serratura?
Mai come oggi gli uomini sono morti così silenziosamente e igienicamente e mai sono stati così soli.