Quando siamo nati abbiamo perso quanto perderemo con la morte: tutto.
La speranza è la forma normale del delirio.
I dolori immaginari sono di gran lunga i più reali, dato che ne abbiamo un bisogno costante e li inventiamo perché non c'è modo di farne a meno.
Forse la follia è soltanto un dispiacere che abbia smesso di evolversi.
Abbiamo perduto l'arte di suicidarci a sangue freddo.
Aver commesso tutti i crimini, tranne quello di essere padre.
Sì, prova un po' a negare la morte. È lei che ti nega, e basta!
Ascoltami: verso la morte sei spinto dal momento della nascita. Su questo e su pensieri del genere dobbiamo meditare, se vogliamo attendere serenamente quell'ultima ora che ci spaventa e ci rende inquiete tutte le altre.
La morte, mistero inesplicabile, di cui un'esperienza quotidiana sembra non avere ancora convinto gli uomini.
La morte viveva in me e mi abbandonò per andare a vivere in un altro corpo.
Nessuno si uccide. La morte è destino. Non si può che augurarsela, Ippòloco.
La morte non viene una volta sola: quella che ci porta via è l'ultima morte.
Nella morte vi sono molti più incontri che separazioni.
Una cosa che ho imparato riguardo alla morte è che sono chiamato a morire per gli altri. È fin troppo evidente che il modo in cui muoio influisce su molte persone.
E la morte passò con la nuda falce a produrre tanti vuoti nelle nostre già sparute schiere di sopravvissuti.
Ognuno di noi parte da una fondamentale certezza: la morte, ma deve approdare ad una altrettanto valida certezza; la vita. Sono questi il NERO ed il BIANCO della nostra esistenza.