201 frasi, citazioni, aforismi
Si fa all'amore per ferire, per spargere sangue. Il borghese che si sposa e pretende una vergine, vuole cavarsi anche lui questa voglia.
Sostenere che i nostri successi ci sono impartiti dalla Provvidenza e non dall'astuzia, è un'astuzia di più per aumentare ai nostri occhi l'importanza di questi successi.
Nessuno si uccide. La morte è destino. Non si può che augurarsela, Ippòloco.
Ai nostri tempi il suicidio è un modo di sparire, viene commesso timidamente, silenziosamente, schiacciatamente. Non è più un agire, è un patire.
È concepibile che si ammazzi una persona per contare nella sua vita?
La poesia viene alla luce tentandola e non prospettandola.
Bisogna andar cauti, quando si è ragazzi, nel fare progetti, poiché questi si avverano sempre nella maturità.
Bisogna capire la vita. Capirla quando si è giovani.
C'è gente per cui la politica non è universalità ma soltanto legittima difesa.
Che cosa non sonnecchia sotto la scorza di noialtri. Bisognerebbe avere il coraggio di svegliarsi e trovare se stessi. O almeno parlarne. Si parla troppo poco a questo mondo.
Chi rivela a una donna l'essere potenziale di lei, ne sarà il primo cornuto.
Ciascuno ha la filosofia delle proprie attitudini.
Ciò che distingue l'uomo dal bambino è il saper dominare una donna. Ciò che distingue la donna dalla bambina è il saper sfruttare un uomo.
Dove c'è una bella ragazza è sempre il mio paese.
Essere giovani è non possedere se stessi.
Fumare. Uno s'illude di favorire in questo modo la meditazione, ma la verità è che fumando disperde i pensieri come nebbia, e tutt'al più fantastica, cosa molto diversa dal pensare.
Gli anacoreti si maltrattavano a quel modo, per farsi scusare presso la gente comune la beatitudine che avrebbero goduto in cielo.
I tempi della filantropia sono i tempi in cui si mettono dentro i mendicanti.
Il matrimonio lo prendono più sul serio gli scapoli che non i coniugati.
Il pessimismo cosmico è una dottrina di consolazione. Molto peggio sta chi credendo all'ambivalenza dell'ordine esistente, riconosce se stesso per inadatto, quindi per condannato a soffrire.