Essere giovani è non possedere se stessi.
Fumare. Uno s'illude di favorire in questo modo la meditazione, ma la verità è che fumando disperde i pensieri come nebbia, e tutt'al più fantastica, cosa molto diversa dal pensare.
Il maggiore torto del suicida è non d'uccidersi, ma di pensarci e non farlo. Niente è più abbietto dello stato di disintegrazione morale cui porta l'idea, l'abitudine dell'idea del suicidio.
Il professionismo dell'entusiasmo è la più nauseante delle insincerità.
Che morso da affamato, da squalo, da cancro ha la lontananza.
Il sogno è una costruzione dell'intelligenza, cui il costruttore assiste senza sapere come andrà a finire.
I giovani d'oggi sono una generazione di sfigati: mangiano male, scopano male, si drogano male e ascoltano musica di merda, e anche quella la ascoltano male. Nei loro iPhone.
L'animo dei giovani, incostante e malleabile quale è, si lascia facilmente ingannare dalle lusinghe.
I giovani hanno sempre lo stesso problema: come riuscire a ribellarsi e conformarsi al tempo stesso. Adesso lo hanno risolto ribellandosi ai genitori e copiandosi a vicenda.
I cuori dei giovani ondeggiano sempre.
Giovani non si nasce, si diventa.
Se la gioventù è un difetto, essa è un difetto di cui ci liberiamo troppo presto.
La gioventù non ha età.
Devo confessarlo, sono nato molto giovane.
I giovani vanno convinti con la saggezza non con la forza.