Ciascuno ha la filosofia delle proprie attitudini.
Quale mondo giaccia al di là di questo mare non so, ma ogni mare ha un'altra riva, e arriverò.
Si dovrebbe stupirsi se fosse diverso: si accumula rabbie, umiliazioni, ferocie, angosce, pianti, frenesie e alla fine ci si trova un cancro, una nefrite, un diabete, una sclerosi che ci annienta. E voilà.
Vendicarsi di un torto ricevuto è togliersi il conforto di gridare all'ingiustizia.
Nulla è volgare di per sé, ma siamo noi che facciamo la volgarità secondo che parliamo o pensiamo.
Ai nostri tempi il suicidio è un modo di sparire, viene commesso timidamente, silenziosamente, schiacciatamente. Non è più un agire, è un patire.
La filosofia è morta, non avendo tenuto il passo degli sviluppi più recenti della scienza, e in particolare della fisica. Così sono stati gli scienziati a raccogliere la fiaccola nella nostra ricerca della conoscenza.
La filosofia è la forma contemporanea della mancanza di pudore.
Cos'è la filosofia? Scusate il mio conservatorismo banale, ma non trovo ancora di meglio che la definizione che ne dà Aristotele nella Metafisica: è la risposta a un atto di meraviglia.
La migliore filosofia, relativamente alla gente, è di fondere nei suoi confronti il sarcasmo dell'allegria con l'indulgenza del disprezzo.
L'atto filosofico per eccellenza è scoprire un problema in ogni soluzione.
Fare filosofia vuol dire misurare la vita con il metro della morte.
Non c'è un metodo della filosofia, ma ci sono metodi; per così dire, differenti terapie.
La filosofia è propriamente nostalgia, il desiderio di trovarsi dappertutto come a casa propria.
La filosofia non è un "sapere", ma un "atteggiamento". L'atteggiamento di chi non smette di fare domande e di porre in questione tutte le risposte che sembrano definitive.
La costruzione idealistica detta Uomo è la marionetta della filosofia.