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La morte non è nel non poter comunicare, ma nel non poter più essere compresi.
Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.
Se sei triste e vorresti morire, pensa a chi è triste e vorrebbe vivere ma sa di dover morire.
Il giorno che temiamo come ultimo è soltanto il nostro compleanno per l'eternità.
La morte, il più atroce dunque di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi. Non è nulla né per i vivi né per i morti...
Morte è quanto vediamo stando svegli, sonno quanto vediamo dormendo.
L'uomo conta sull'immortalità e dimentica di mettere in conto la morte.
Crediamo che la morte ci segua e, invece, ci ha preceduto e ci seguirà. Tutto quello che è stato prima di noi è morte; che importa se non cominci oppure finisci, quando il risultato in entrambi i casi è questo: non esistere.
La morte è una cosa rapida, chiara, che non ammette compromessi.
O sei innamorato, o non lo sei. E' come la morte... o sei morto, o non lo sei: non è che uno è troppo morto! Non c'è troppo amore, l'amore è lì, non si può andare oltre un certo limite e quando ci arrivi, a questo limite, è per l'eternità.
Molti di noi percorrono la vita in punta di piedi, così da raggiungere la morte in tutta sicurezza.
La morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua assenza.
Parlare di morte è come parlare di denaro. Noi non sappiamo né il prezzo né il valore.
Non è che ho paura di morire. È che non vorrei essere lì quando succede.
La vita è piacevole, la morte è pacifica. È la transizione che crea dei problemi.
La nostra morte non è una fine se possiamo vivere nei nostri figli e nella giovane generazione. Perché essi sono noi: i nostri corpi non sono che le foglie appassite sull'albero della vita.
Sì, prova un po' a negare la morte. È lei che ti nega, e basta!
Cosa vorrei sulla mia epigrafe? Data di nascita, data di morte. Punto. Le parole delle epigrafi sono tutte uguali. A leggerle uno si chiede: ma scusate, se sono tutti buoni, dov'è il cimitero dei cattivi?
Non sarebbero uomini, se non fossero tristi. La loro vita deve pur morire. Tutta la loro ricchezza è la morte, che li costringe industriarsi, a ricordare e prevedere.
Darei la vita per non morire.