Il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno.— Voltaire
Il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno.
È pericoloso avere ragione in questioni su cui le autorità costituite hanno torto.
Il gioco degli scacchi è il gioco che conferisce più onore all'intelletto umano.
La chiesa cattolica è "Una setta assurda, sanguinaria, sorretta da carnefici e circondata da roghi".
I malvagi non possono avere che dei complici; i dissoluti, dei compagni di bagordi; le persone interessate, dei soci; i politici si circondano di partigiani faziosi; la massa degli sfaccendati ha delle conoscenze; i principi hanno attorno a loro dei cortigiani: solo gli uomini virtuosi hanno amici.
Se Dio ci ha fatti a sua immagine, gli abbiamo reso pan per focaccia.
Quando non si lavora, gli arnesi se ne scappano!
Ogni lavoro comincia con travaglio.
Nessun male sociale può superare la frustrazione e la disgregazione che la disoccupazione arreca alle collettività umane.
Con l'abitudine, il lavoro appare più leggero.
Per attrarre, il lavoro dev'essere già fatto a metà e bene.
L'abitudine al lavoro modera ogni eccesso, induce il bisogno, il gusto dell'ordine; dall'ordine materiale si risale al morale: quindi può considerarsi il lavoro come uno dei migliori ausiliari dell'educazione.
Il lavoro intellettuale strappa l'uomo alla comunità umana. Il lavoro materiale, invece, conduce l'uomo verso gli uomini.
Il lavoro deve produrre uomini prima che cose.
In qualunque mestiere, in qualunque professione è bene tenere conto di questo: chi lavora egoisticamente non arriva a niente. Chi lavora altruisticamente se lo ritrova, il lavoro fatto.
La costituzione sovietica garantisce a tutti un lavoro. Un'idea graziosa e inquietante, direi.