Ogni lavoro comincia con travaglio.
Nell'amore non c'è più e meno.
Sull'esito di un evento tuttora in corso si fanno sempre innumerevoli supposizioni; cosicché, comunque esso vada poi a finire, si trovano sempre persone disposte a dire: "Io l'avevo asserito fin d'allora, che sarebbe andata così.
Tutte le idee che hanno enormi conseguenze sono sempre idee semplici.
I cavalli compiangono solamente sé stessi o, di tanto in tanto, solamente coloro nella cui pelle riescono a immaginarsi senza fatica.
Ogni istruzione seria s'acquista con la vita, non con la scuola.
Il diritto di vivere non si paga con un lavoro finito, ma con un'infinita attività.
Se fai il lavoro male, dopo magari non te lo fanno fare più.
Un uomo non è un pigro, se è assorto nei propri pensieri; esistono un lavoro visibile ed uno invisibile.
Il lavoro non è un diritto.
Il lavoro non mi piace - non piace a nessuno - ma mi piace quello che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi. La propria realtà - per se stesso, non per gli altri - ciò che nessun altro potrà mai conoscere.
Se le masse lavoratrici rimangono in uno stato di miseria e di abbrutimento, non v'è grandezza di popolo, né dentro, né oltre i confini della Patria.
Nessun male sociale può superare la frustrazione e la disgregazione che la disoccupazione arreca alle collettività umane.
Già per Locke, a fondare il diritto di proprietà può essere solo il lavoro, di cui risulta incapace un popolo dedito esclusivamente alla caccia.
Il lavoro rivela il carattere delle persone: alcuni si tirano le maniche, altri girano al largo e altri ancora non si fanno proprio vedere.
Lo Stato si fonda sulla schiavitù del lavoro. Se il lavoro diventerà libero, lo Stato sarà perduto.