La punizione più grande per l'uomo perverso consiste nel dispiacere a sé e ai suoi.
Si volge ad attendere il futuro solo chi non sa vivere il presente.
È vergognoso dire una cosa e pensarne un'altra: ma scrivere una cosa e pensarne un'altra lo è ancora di più.
Nessuno è più infelice che la maggior parte di quelli che sono generalmente ritenuti felici.
La fortuna può togliere le ricchezze, non l'animo.
Non dovremmo preoccuparci di aver vissuto a lungo, ma di aver vissuto abbastanza.
Ciò che vi è di inebriante nel cattivo gusto, è il piacere aristocratico di dispiacere.
I dispiaceri sono servitori oscuri, detestati, contro cui si lotta, sotto il cui dominio si cade ogni giorno di più, servitori atroci, insostituibili, e che, per vie sotterranee, ci conducono alla verità e alla morte.
Niente ci fa più piacere dei dispiaceri dei nostri nemici.
Quando arrivano i dispiaceri, non arrivano come singole spie, ma in battaglioni.
Chi non ha pretese non ha neanche dispiaceri.
Si negò anche questo: il piacere del dispiacere.
Il "mi dispiace" è il pronto soccorso delle emozioni umane.
Il piacere di dispiacere a chi si vuol far piacere.
Le cose buone ci dispiacciono, quando non ne siamo all'altezza.