Chi non ha pretese non ha neanche dispiaceri.
L'Italia non ha avuto una grande Destra perché non ha avuto una cultura capace di esprimerla. Essa ha potuto esprimere solo quella rozza, ridicola, feroce destra che è il fascismo.
L'opinione pubblica, come una belva, ha bisogno di essere tranquillizzata a proposito di fatti che essa non voglia odiare, mentre ha bisogno di essere aizzata a proposito di fatti che essa vuole odiare.
Qual è la vera vittoria, quella che fa battere le mani o battere i cuori?
Ché non c'è mai disperazione senza un po' di speranza.
La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza.
Niente ci fa più piacere dei dispiaceri dei nostri nemici.
Si negò anche questo: il piacere del dispiacere.
Quando arrivano i dispiaceri, non arrivano come singole spie, ma in battaglioni.
La punizione più grande per l'uomo perverso consiste nel dispiacere a sé e ai suoi.
La mia fantasia è inceppata: ho bisogno di un piccolo dispiacere.
Ciò che vi è di inebriante nel cattivo gusto, è il piacere aristocratico di dispiacere.
Le cose buone ci dispiacciono, quando non ne siamo all'altezza.
I dispiaceri sono servitori oscuri, detestati, contro cui si lotta, sotto il cui dominio si cade ogni giorno di più, servitori atroci, insostituibili, e che, per vie sotterranee, ci conducono alla verità e alla morte.
Il "mi dispiace" è il pronto soccorso delle emozioni umane.
Il piacere di dispiacere a chi si vuol far piacere.