Lo stolto, tra gli altri mali, ha anche questo: incomincia sempre a vivere.
Gioiosi e a testa alta affrettiamoci con passo sicuro dovunque ci porteranno le circostanze, percorriamo qualunque terra: non c'è esilio nell'àmbito dell'universo, perché nulla di ciò che si trova nell'universo è estraneo all'uomo.
C'è niente di più stolto del pensiero di quegli uomini, che si piccano di essere previdenti? Le loro occupazioni sono più laboriose: per poter vivere meglio, organizzano la vita a spese della vita.
La nostra insensatezza è evidente: secondo noi compriamo unicamente ciò per cui sborsiamo del denaro, e definiamo gratuito quello per cui paghiamo di persona.
Chi è più infelice dell'uomo che dimentica i benefici e ricorda i torti?
A volte domandiamo insistentemente cose che rifiuteremmo se qualcuno ce le offrisse.
Stolto è chi rinuncia ai beni che già ha, nella speranza di ottenerne di maggiori.
Più facile premunirsi contro la malvagità che contro la stoltezza degli uomini.
Se lo stolto persistesse nella sua stoltezza diventerebbe saggio.
L'uomo stolto ama stupirsi ad ogni parola.
Stolto è colui che giudica gli uomini dal vestito o dalla condizione sociale.
Parla in modo sensato a uno stolto e ti chiama stupido.
Lo stolto non vede lo stesso albero che vede il saggio.
Il cervello dello stolto digerisce la filosofia trasformandola in follia, la scienza in superstizione, l'arte in pedanteria. È da questo che nasce l'istruzione universitaria.
Aver sempre ragione, farsi sempre strada, calpestare tutto, non aver mai dubbi: non sono queste le grandi qualità con cui la stoltezza governa il mondo?
Stolti sono coloro che non sanno che la metà spesso vale più del tutto.