Il pubblico è meravigliosamente tollerante. Perdona tutto fuorché il genio.
Nulla mi pare possedere il minimo valore, a eccezione di quello che si ricava da noi stessi.
È cosa molto volgare parlare della propria occupazione. Non lo fanno che gli uomini di borsa, e anche loro, soltanto ai pranzi.
È una fatica da cani l'oziare. Ma non protesto contro la fatica purché non miri a uno scopo preciso.
Se fai finta di essere buono, il mondo ti prende molto seriamente. Se fai finta di essere malvagio, il mondo non ci crede. É sbalorditiva la stupidità dell'ottimismo.
La morte è l'unica cosa che riesce a spaventarmi. La detesto perché oggi si può sopravvivere a tutto tranne che a lei. La morte e la volgarità sono le uniche due realtà che il diciannovesimo secolo non è riuscito a spiegare.
Il pubblico non ha vergogna né gratitudine.
Di rado il pubblico perdona due volte.
Il miglior pubblico che io abbia mai avuto non faceva il minimo rumore alla fine del mio spettacolo.
Il pubblico rispetto al genio è un orologio che ritarda.
Il pubblico è una bestia feroce: bisogna incatenarlo oppure fuggire.
Il pubblico è il più vigliacco dei vigliacchi, perché ha paura di se stesso.
Non esiste animale più meschino, stupido codardo, miserabile, egoista, malevolo, invidioso, ingrato del Pubblico. È il più vigliacco dei vigliacchi, perché ha paura di sé stesso.
Il pubblico è una vecchia. Lasciatela borbottare.
Il pubblico prima vuol capire, poi sentire.