Il pubblico non sa mai quello che vuole, ma solo ciò che non vuole.
È quel che siamo tutti: dilettanti. Non viviamo abbastanza per diventare di più.
Il silenzio è un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perché non può essere comprato. I ricchi comprano rumore. L'animo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi lo cerca.
È paradossale che nell'elaborazione di una comica la tragedia stimoli il senso del ridicolo; perché il ridicolo, immagino, è un atteggiamento di sfida: dobbiamo ridere in faccia alla tragedia, alla sfortuna e alla nostra impotenza contro le forze della natura, se non vogliamo impazzire.
Ci vuole un minuto per notare una persona speciale, un'ora per apprezzarla, un giorno per volerle bene, una parola per ferirla, ma poi tutta una vita per dimenticarla.
La fame non ha scrupoli.
Non sempre il pubblico sbaglia, anche se sbaglia quasi sempre.
Il pubblico è meravigliosamente tollerante. Perdona tutto fuorché il genio.
Di rado il pubblico perdona due volte.
Il pubblico è il più vigliacco dei vigliacchi, perché ha paura di se stesso.
Il miglior pubblico che io abbia mai avuto non faceva il minimo rumore alla fine del mio spettacolo.
Non esiste animale più meschino, stupido codardo, miserabile, egoista, malevolo, invidioso, ingrato del Pubblico. È il più vigliacco dei vigliacchi, perché ha paura di sé stesso.
Il pubblico non ha vergogna né gratitudine.
Anche se girassi un film su Cenerentola, il pubblico cercherebbe qualche cadavere nella carrozza.
Il pubblico prima vuol capire, poi sentire.