Lo Stato è il mediatore tra l'uomo e la libertà dell'uomo.
Scuotendosi di dosso il giogo politico, la società civile si scuote di dosso i lacci che avvincevano il suo spirito egoista.
La religione è la coscienza di sé e la consapevolezza del proprio valore dell'uomo, il quale o non ha ancora acquistato la propria autonomia o l'ha già perduta.
La ragione è sempre esistita ma non sempre in una forma ragionevole.
Con la messa in valore del mondo delle cose cresce in rapporto diretto la svalutazione del mondo degli uomini. Il lavoro non produce soltanto merci; esso produce se stesso e il lavoratore come una merce.
Le necessità primitive dei lavoratori sono un'assai più ricca fonte di guadagno che le raffinate necessità dei ricchi.
Finché esiste lo Stato non vi è libertà; quando si avrà libertà non vi sarà più Stato.
Lo Stato è la violenza sociale organizzata.
Ogni cuoco deve imparare a governare lo stato.
Lo Stato deve essere l'amministrazione di una grande azienda che si chiama patria appartenente a una grande associazione che si chiama nazione.
Si chiama Stato il più gelido di tutti i gelidi mostri. Esso è gelido anche quando mente; e questa menzogna gli striscia fuori di bocca: "Io, lo Stato, sono il popolo".
Lo stato è indubbiamente un patrimonio degli uomini d'affari.
Lo Stato non professa un'etica, ma esercita un'azione politica.
La società è creata dai nostri bisogni; lo Stato dalla nostra cattiveria.
Lo Stato è come il corpo umano. Non tutte le funzioni che compie sono nobili.