La memoria diminuisce se non la tieni in esercizio.
Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima.
Non si guadagna niente a sapere ciò che sarà; poiché è una gran miseria angustiarsi senza poter far nulla per evitare ciò che deve essere.
Non patisce mancanza chi non sente desiderio.
Non esiste fortezza tanto forte che il denaro non la possa espugnare.
Il bene pubblico è la legge suprema.
A che giovano le memorie? Di noi muore la miglior parte, e non c'è memoria che possa resuscitarla.
"Ho fatto questo" dice la mia memoria. "Non posso aver fatto questo" dice il mio orgoglio e resta irremovibile. Alla fine, è la memoria a cedere.
La maggior parte della gente che ho conosciuto è la dolente e inaccettabile memoria di una scissione, memoria sepolta viva e che si cerca di tenere giù finché si può.
La nostra memoria allontana o avvicina i fatti, li arricchisce o li impoverisce, e li trasforma per farli rivivere. La memoria non è una raccolta di documenti depositati in buon ordine: essa vive e cambia, avvicina i pezzi spenti per farne di nuovo scaturire la fiamma.
La memoria dice sempre troppo o troppo poco.
Creder d'ingegno chi sa molto a memoria gli è come riputare sapiente chi tiene in casa una grande biblioteca. Molti, anzi, a forza di studio, diventano ignorantissimi.
I creditori hanno miglior memoria dei debitori.
Nel cogliere il frutto della memoria si corre il rischio di sciuparne il fiore.
La memoria è lo scriba dell'anima.
Più di un uomo non è riuscito a diventare un pensatore perché la sua memoria era troppo buona.