Nulla fa chi troppe cose pensa.
Quivi Napoli bella i regi alberga, Città vittoriosa e trionfale: Veggio altri tempi ancor, e in altri monti Quel ch'ora innalza tre sublimi fronti.
Dolce è l'ira in aspettar vendetta.
È la bellezza un raggio di chiarissima luce che non si può ridir quanto riluce né pur quel ch'ella sia. Chi dipinger desìa il bel con sue parole e i suoi colori, se può dipinga il sol.
Però che quello, o figli, è vile onore cui non adorni alcun passato orrore.
La vergogna ritien debil amore: ma debil freno è di potente amore.
Ecco il grande errore di sempre: immaginarsi che gli esseri pensino ciò che dicono.
Pensare è il lavoro più arduo che ci sia, ed è probabilmente questo il motivo per cui così pochi ci si dedicano.
Si può essere qualcuno semplicemente pensando.
Molti benpensanti sono poco più che custodi dei loro averi.
Pensare non è essere d'accordo o in disaccordo: questo è votare.
Il pensare è l'anima che parla a se stessa.
O si crede o si pensa, non c'è altra via. Quelli che credono fanno bene ad andare in chiesa, ma quelli che pensano non possono accontentarsi di prediche e di verità preconfezionate.
L'importante è pensare meno, ricordare e immaginare e aspettare meno. Prendere subito quello che c'è e basta.
Penso, dunque sono. Credo.
Vivere del pensiero è sentirsi superiori alla comunità.