A re malvagio consiglier peggiore.
Il gran nemico dell'umane genti.
Nulla fa chi troppe cose pensa.
Muiono le città, muoiono i regni, copre i fasti e le pompe arena ed erba, e l'uom d'esser mortal par che si sdegni: oh nostra mente cupida e superba!
Nome e senza soggetto idoli sono, ciò che pregio e valore il mondo appella. La fama che invaghisce a un dolce suono voi superbi mortali e par sì bella, è un'eco, un sogno, anzi del sogno un'ombra, ch'ad ogni vento si dilegua e sgombra.
Combatta qui chi di campar desia: la via d'onor de la salute è via.
I malvagi sono colmi di pentimento.
Il buono vive in società, il malvagio da solo.
Avete mai sentito le grida che vengono da un macello? Bisognerebbe che ognuno le sentisse, quelle grida, prima di attaccare una bistecchina. In ogni cellula di quella carne c'è il terrore di quella violenza, il veleno di quella improvvisa ultima paura dell'animale che muore.
È questa la vera malvagità, non sapere nemmeno che si è malvagi.
La malvagità è sempre più facile della virtù, perché in tutto prende sempre una scorciatoia.
L'uomo è quasi sempre tanto malvagio quanto gli bisogna. Se si conduce dirittamente, si può giudicare che la malvagità non gli è necessaria. Ho visto persone di costumi dolcissimi, innocentissimi, commettere azioni delle più atroci, per fuggire qualche danno grave, non evitabile in altra guisa.
Solo il tempo rivela l'uomo giusto; il malvagio, invece, lo riconosci in un giorno solo.
Il difficile non è evitare la morte quanto piuttosto evitare la malvagità, che ci viene incontro più veloce della morte.
È ridicolo non cercare di evitare la propria malvagità, cosa che è possibile, mentre si cerca poi di evitare quella degli altri, cosa che è impossibile.