Chi crede non pensa; chi pensa non crede.— Arthur Schopenhauer
Chi crede non pensa; chi pensa non crede.
La vita oscilla come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che sono in realtà i suoi veri elementi costitutivi.
L'ottusità dello spirito va sempre unita all'ottusità del sentimento e alla mancanza di sensibilità.
La cortesia è notoriamente una moneta falsa come lo sono i gettoni: il volerla lesinare dimostra quindi mancanza di intelligenza, così come l'esserne prodighi una prova di acume.
Anche l'uomo più sano e più sereno può risolversi per il suicidio, quando l'enormità dei dolori e della sventura che si avanza inevitabile sopraffà il terrore della morte.
La grande massa pensa assai poco perché le mancano il tempo e l'esercizio necessari. Ma, così, conserva molto a lungo i suoi errori.
Noi siamo come i nostri pensieri ci hanno fatto; perciò state attenti a cosa pensate.
Chi pensa profondamente sa di aver sempre torto, comunque agisca e giudichi.
Il pensiero è malato, che la cultura dominante non ha più nessuna stima, perché il pensiero è fatto per sua natura per nutrirsi di realtà, e perciò per offrire agli uomini una verità che esso scopre nelle cose.
Un uomo in grado di pensare non è sconfitto anche quando lo è sul serio.
Se un pensiero non è espresso in parole non può essere del tutto chiaro.
Il pensiero, a mio giudizio, è il cardine della libertà. È solo quando l'uomo rinunzia al pesiero autonomo, per accettare i dogmi dei conformismi imperanti, che esso rinunzia alla libertà.
Uomini hanno vissuto per pensare e altri non hanno potuto farlo per essere stati costretti alla sola incombenza di sopravvivere.
Si pensa come si vive.
Il pensare, che era un furore, è diventato un'arte.
Per sottrarsi alla fatica di pensare, i più sono persino disposti a lavorare.