La malattia è il lato notturno della vita.
Le uniche persone che dovrebbero interessarsi all'arte (o alle varie arti) sono quelle che la praticano o lo hanno fatto o aspirano a farlo. L'idea di un "pubblico" è completamente sbagliata. Il pubblico di un artista è fatto dai suoi pari.
Non si impara con l'esperienza, perché la sostanza delle cose cambia continuamente.
La paura di invecchiare viene nel momento in cui si riconosce di non vivere la vita che si desidera. Equivale alla sensazione di abusare del presente.
Il difetto più grande: la mancanza di generosità.
Il crimine più grande: giudicare.
È nella malattia che ci rendiamo conto che non viviamo soli, ma incatenati a un essere d'un altro regno, dal quale ci separano degli abissi, che non ci conosce e dal quale è impossibile farci comprendere: il nostro corpo.
Non era triste che la maggior parte delle persone si dovesse ammalare per rendersi conto che è bello vivere?
Se una infermità vi è nella mia mente essa non è abulia né impulsività, ma è l'eccesso di volontà.
La malattia è una convinzione ed io nacqui con quella convinzione.
Io mantengo verso i medici una benevola diffidenza, perché a furia di studiare le malattie finiscono per considerare la salute anch'essa come una malattia.
Se so che ho una cosa grave e so che esiste, non mi preoccupo, me ne occupo.
La malattia, come ingrandisce le dimensioni di un uomo ai suoi stessi occhi!
Trarre dalla malattia, specialmente quando non è veramente tale, la maggior dolcezza possibile. Essa ne contiene molta.
La malattia è un processo fisico che dà inizio a quell'uguaglianza che la morte perfeziona.
A forza di credersi malato, lo si diventa.