Davanti a uno che muore, la parola vivere suona oscena.
Quando abbiamo imparato a vivere, moriamo.
Spesso, mentire è carità.
Non ho ancora del tutto risolto la questione... Attualmente per me la fede si identifica con la speranza.
Solo i miracoli sono reali, solo le favole sono vere.
La morte è il riconoscimento della fraternità, della comune natura filiale. Forse è la strada per accogliere l'idea di creazione divina che mi riesce tanto difficile.
La morte s'avvicina, e il suo rumore: Fratello, Amico, Ombra, cosa importa? È la morte la nostra unica porta per uscire da un mondo dove tutto muore.
E la morte passò con la nuda falce a produrre tanti vuoti nelle nostre già sparute schiere di sopravvissuti.
Non è ver che sia la morte Il peggior di tutti i mali; È un sollievo de' mortali Che son stanchi di soffrir.
La morte non bisogna né temerla né desiderarla.
La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto.
La morte viveva in me e mi abbandonò per andare a vivere in un altro corpo.
Quando io crederò imparare a vivere, e io imparerò a morire.
La morte venne nel mondo per il peccato', dice il cristianesimo. Ma la morte è puramente l'espressione cruda, stridente e portata al suo eccesso, di ciò che il mondo è nell'essenza sua. Onde è più conforme al vero dire: il mondo è per il peccato.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Non ci si può mai preparare abbastanza alla morte. Altre azioni possono essere ripetute, si possono ritentare se non riescono la prima volta. Non è così con la morte: essa avviene una volta sola e non c'è alcuna possibilità di ripeterla perché riesca meglio.