Quando abbiamo imparato a vivere, moriamo.
Spesso, mentire è carità.
Davanti a uno che muore, la parola vivere suona oscena.
Quando si è sordi, si sentono suoni e rumori che non ci sono.
Il successo esclude un po' dagli altri e ci fa vergognare, nel senso di sentirci privilegiati.
Se un uomo non ha ancora scoperto qualcosa per cui morire non ha ancora iniziato a vivere.
Poche cose sono più facili che vivere male e morire bene.
La morte, il più atroce di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi.
Il primo requisito per l'immortalità è la morte.
Talvolta ci congratuliamo con noi stessi nel momento in cui ci destiamo da un brutto sogno, potrebbe proprio essere così il momento che succede la morte.
Nella morte non c'è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte.
La vita è il carro di Dio e la morte è solo l'ombra della Sua frusta.
Dicono che la morte è un mistero, ma il fatto di essere esistito è un mistero maggiore, apparentemente è banale, e invece è così misterioso.
L'interesse per la malattia e la morte è sempre e soltanto un'altra espressione dell'interesse per la vita.
Se ci siamo noi la morte non c'è, quando noi non ci siamo più non c'è più neanche la morte.