Quel che il pubblico ti rimprovera, coltivalo, è il tuo io.
L'unica opera che ha successo è quella che fallisce.
Il lusso è una virtù nobile, che non va confusa con il comfort.
Una forza che porta un nome (fosse anche il fulmine) è già una forza indebolita.
Dobbiamo credere nella fortuna. Se no come potremmo spiegare il successo di chi non ci piace?
Il futuro non appartiene a nessuno. Non ci sono precursori, non ci sono altro che rimasugli.
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te.
Il piacere di essere gregge è più antico del piacere di essere io: e finché la buona coscienza si chiama gregge, solo la cattiva coscienza dice: io.
Vorrei poter dimenticare che io son io.
L'io è odioso.
Io: abbreviazione di Dio.
Chi è io? Cos'è questo intervallo tra me e me?
Spesso si dice che questa o quella persona non ha ancora trovato se stesso. Ma l'io non è qualcosa che si scopre: è qualcosa che si crea.
Depreco egualmente il trionfalismo di Kant e in genere di quelle filosofie che, trovando necessario partire dall'io, inneggiano ad esso come se fosse una grande conquista e non invece la miserabile sorte che ci è toccata.
L'io, io!... Il più lurido di tutti i pronomi.