L'io, io!... Il più lurido di tutti i pronomi.
Ma sognare è un fiume profondo, che precipita a una lontana sorgiva, ripùllula nel mattino di verità.
Le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l'effetto che dir si voglia d'un unico motivo, d'una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti.
La mia casa di campagna mi procura più grattacapi che una suocera isterica.
L'italiani sono di simulato sospiro.
Gli italiani, generosissimi in tutto, non sono generosi quando si tratta di pensare.
In molti individui appare già come una sfrontatezza che abbiano il coraggio di pronunciare la parola "io".
Quale altro carcere è scuro come il nostro cuore! Quale carceriere così inesorabile come il nostro io!
L'unico viaggio irrinunciabile è l'esplorazione dell'io.
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te.
L'io è odioso.
Chi è io? Cos'è questo intervallo tra me e me?
Il piacere di essere gregge è più antico del piacere di essere io: e finché la buona coscienza si chiama gregge, solo la cattiva coscienza dice: io.
Io: un paesaggio che m'è venuto a noia.
Depreco egualmente il trionfalismo di Kant e in genere di quelle filosofie che, trovando necessario partire dall'io, inneggiano ad esso come se fosse una grande conquista e non invece la miserabile sorte che ci è toccata.