Tale è la forza dell'abitudine che ci si abitua perfino a vivere.
Scrivo poesie che si capiscono, devo sembrare un cavernicolo.
Dio, gigantesco eufemismo.
Non c'è scrittore che non somigli al serpente dell'Eden. Solo che spesso la mela è marcia.
Un libro non è soltanto, o non è sempre, un tempio delle idee o un'officina di musica e luce, è anche un luogo oscuro di sfoghi e di rimozioni, dove si combatte un duello senza pietà, con la sola scelta di guarire o morire.
Sono gli uomini che hanno dissuaso Dio dall'esistere.
Ci si rammarica della perdita delle peggiori abitudini, forse più di ogni altra cosa. Sono in effetti una parte così essenziale della nostra personalità.
L'abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose.
Non è vero che ci si abitua, si è sempre più stanchi, semplicemente.
L'abitudine è l'abitudine, e nessun uomo può buttarla dalla finestra; se mai la si può sospingere giù per le scale, un gradino alla volta.
Prendi la direzione opposta all'abitudine e quasi sempre farai bene.
L'abitudine può cambiare lo stampo della natura, e domare il diavolo o cacciarlo del tutto, con forza meravigliosa.
Le vecchie abitudini, anche se cattive, turbano meno delle cose nuove e inconsuete. Tuttavia, talvolta è necessario cambiare, passando gradualmente alle cose inconsuete.
Due cose assolutamente opposte ci condizionano ugualmente: l'abitudine e la novità.
L'abitudine ci fa accettare l'inaccettabile.