Tale è la forza dell'abitudine che ci si abitua perfino a vivere.
Autunno, stagione sleale.
Viaggiare significa aggiungere vita alla vita.
La vecchiaia comincia il giorno in cui, invece di scrivere a una donna, le telefoniamo.
Comunque vada la nostra partita con la vita finirà zero a zero.
L'immaginazione è "la pazza di casa", m'insegnarono al liceo. La realtà è peggio, risposi: è la scema del villaggio.
L'abitudine è un abito che, indossato da giovani, ci rifiutiamo di togliere vita natural durante.
Non vi è nulla di così assurdo che l'abitudine non renda accettabile.
Per conforto al misero e catena al piede del fortunato, il buon Dio creò giustamente l'abitudine.
L'abitudine è una grande sordina.
Prendi la direzione opposta all'abitudine e quasi sempre farai bene.
L'abitudine e il timore del nuovo sono ostacoli alla nostra crescita e ci fanno rimanere quelli di sempre con una vita piatta, insignificante e sempre uguale.
L'abitudine è, fra tutte le piante umane, quella che ha meno bisogno di un suolo nutritivo per vivere e la prima a spuntare sulla roccia apparentemente più desolata.
L'abito è grande maestro, ma di per sé insufficiente, se non vi si aggiunga la ragione pensata e la volontà di quello a che l'uomo si viene abituando.
Non cambierò di certo le mie abitudini o i miei comportamenti per paura. Neppure se il senso comune e l'opinione pubblica li condannassero.
Niente è più forte dell'abitudine.