Dio, gigantesco eufemismo.— Gesualdo Bufalino
Dio, gigantesco eufemismo.
Bisogna che abbiamo un'idea molto primitiva dell'eternità se facciamo tanto caso del morire a trenta o a cent'anni.
I sogni: "lavoro nero", ma non pagato, della ragione.
Si può anche dannare la propria vita se si ha genio. Se si ha solo talento è da stupidi.
La parola ha preceduto la luce e non viceversa: Fiat lux e la luce fu.
Una passione è il totale di due malintesi.
Porre alcunché in Dio, o derivare alcunché da Dio, null'altro significa che sottrarlo al controllo della ragione, significa porre alcunché come indubitabile, come inviolabile, come santo, senza volerne spiegare il perché.
Vi sono comitive di uomini e donne che si sono dedicati a Dio, ma benchè si chiamino fratelli e sorelle, non si rivolgono quasi la parola.
L'impotenza di Dio è infinita.
Con la sua onnipotenza Dio ha deciso non solo di non esistere, ma anche di non essere mai esistito.
Se Dio mi assolve, lo fa sempre per insufficienza di prove.
Dio è come il mare: sorregge chi gli si abbandona.
Dio ascolta. Lui spia dentro le nostre anime come l'FBI spia nei nostri telefoni.
Il pensiero della non esistenza di Dio non ha mai spaventato nessuno, ma è terrorizzante invece pensare che ne esista uno come quello che mi hanno descritto.
Se Dio avesse voluto che ci inchinassimo davanti a lui avrebbe sparpagliato diamanti sul pavimento.
Che Dio si benedica.