L'abitudine ci fa accettare l'inaccettabile.
La persona giusta non è quella che sarà in grado di calmare le nostre ansie e di riempire le nostre attese, ma colei che imparerà ad accettarci come siamo, con le nostre fratture e le nostre contraddizioni. Anche quando noi stessi facciamo fatica a sopportarci.
Il management contemporaneo ci insegna che mostrare le nostre debolezze e i nostri difetti significa dare agli altri la possibilità di ferirci e dominarci.
L'amore è sempre e solo la tacita promessa di rispettarsi anche quando non sappiamo tutto e non controlliamo tutto. Amarsi senza capire bene perché. Amarsi semplicemente, perché si sente che l'altro c'è, anche quando non è presente, non può essere qui, è lontano.
Quanto più la donna cerca di affermarsi come uguale in dignità, valore e diritti all'uomo, tanto più l'uomo reagisce in modo violento. La paura di perdere anche solo alcune briciole di potere lo rende volgare, aggressivo, violento.
Esserci sempre, ma da lontano.
L'uomo ama di scorrere in un circolo di varie abitudini piuttosto di gettarsi in una serie nuova d'idee.
Scacciamo per sempre da noi le cattive abitudini come se fossero uomini malvagi che ci hanno nuociuto per molto tempo.
L'abitudine rende sopportabile anche le cose spaventose.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
L'abitudine viene spesso scambiata per amore.
É più facile rinunciare ad un sentimento che perdere un'abitudine.
L'abitudine è in tutte le cose il miglior maestro.
L'abito è grande maestro, ma di per sé insufficiente, se non vi si aggiunga la ragione pensata e la volontà di quello a che l'uomo si viene abituando.
Le viziose abitudini sono altrettante catene che ritengono l'uomo in una misera schiavitù. Guardisi dal contrarne veruna chi vuol conservare intera la sua libertà.
L'abitudine ci nasconde il vero aspetto delle cose.