Ogni età ha la felicità che le è propria.
Uno dei grandi segreti della felicità è moderare i desideri e amare ciò che già si possiede.
La nostra felicità non dipende soltanto dalle gioie attuali ma anche dalle nostre speranze e dai nostri ricordi. Il presente si arricchisce del passato e del futuro.
Per conservare a lungo l'amore del proprio amante è indispensabile che la speranza e il timore siano sempre presenti.
Esiste, forse, un sentimento più illusorio dell'amore?
Si è felici soltanto quando i piaceri e le passioni sono soddisfatti; le passioni, però, non sempre procurano la felicità e, allora, dobbiamo contentarci dei piaceri.
Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità.
La felicità della vita è fatta di frazioni infinitesimali: di piccole elemosine, presto dimenticate, di un bacio, di un sorriso, di uno sguardo gentile, di un complimento fatto col cuore.
Non vi è che un modo per essere felici: vivere per gli altri.
Gli uomini, non avendo nessun rimedio contro la morte, la miseria e l'ignoranza, hanno stabilito, per essere felici, di non pensarci mai.
Credersi felice vuol dire esserlo; credersi infelice significa press'a poco diventarlo.
È bene riflettere sulle cose che possono farci felici: infatti se siamo felici abbiamo tutto ciò che occorre; se non lo siamo facciamo di tutto per esserlo.
La felicità è come l'elemosina gettata al mendico. Gli permette di vivere oggi per prolungare il suo dolore l'indomani.
La felicità è il frutto finale e perfetto dell'obbedienza alle leggi della vita.
Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
La felicità è reale solo quando condivisa.