La felicità è egoista.
Un gesto, un'inflessione di voce, presto o tardi, tradiscono gli amanti più prudenti.
Non è nella novità, ma nell'abitudine che si trovano i maggiori piaceri.
Quando un amore è la nostra vita, che differenza c'è tra vivere insieme e morire insieme?
L'uomo molto giovane è un animale ribelle al dolore.
Per uno spirito che progredisce, la pigrizia non esiste.
La gioia è la speranza di una felicità eterna.
Ogni felicità si compone di due sentimenti dolorosi: il ricordo della privazione nel passato e il timore della perdita nell'avvenire.
Nessuno può essere perfettamente libero finché non sono liberi tutti; nessuno può essere perfettamente morale finché non sono tutti morali; nessuno può essere perfettamente felice finché non tutti sono felici.
Sinché un uomo gode della vita, nulla deve disperare: può ad un tratto passare dal più profondo dolore alla massima gioia; dalla massima disgrazia alla più alta felicità.
Che cos'è la felicità se non il sincero accordo tra un uomo e la vita che conduce?
La felicità, l'infelicità sono idee soggettive, ma la fortuna di conoscere persone fuori del comune, che vi segnano al punto che la vostra vita, i vostri sogni, le vostre ambizioni, cambiano profondamente, è un grande privilegio.
La felicità è come il coke: qualcosa che si ottiene come sottoprodotto mentre si fa qualcos'altro.
La vera felicità non consiste in una moltitudine di amici, ma nel valore e nella scelta.
Chi non si ritiene molto felice, anche se è padrone del mondo, è un poveretto.
Virtù e felicità costituiscono insieme in una persona il possesso del sommo bene, per questo anche la felicità, distribuita esattamente in proporzione della moralità, costituisce il sommo bene di un mondo possibile.