Il ricordo è un compromesso: gli uomini si difendono con quello.
Il diritto divino era pure un'idea: come potrebbe esserlo la sovranità popolare, che nel migliore dei casi è dell'ordine delle volgari necessità? Necessità non fa idea.
Al mondo non sempre i buoni e i generosi hanno la ricompensa che si meritano.
Un nome qualunque non esiste, per così dire non si dà in natura: ogni nome reca una certa carica di destino.
Il bianco è il colore sfacciato del pudore.
Chi non ricorda, non vive.
Il ricordo è una forma di incontro.
I ricordi si interpretano come i sogni.
Chiama i ricordi col loro nome volta la carta e finisce in gloria.
Il tempo cambia il volto delle cose, anche dei ricordi.
Il ricordo è un modo di incontrarsi.
Il ricordo è una memoria che ha goduto.
I nostri ricordi sono schedari consultati e poi restituiti in disordine da autorità che noi non controlliamo.
I ricordi sono come il vino che decanta dentro la bottiglia: rimangono limpidi e il torbido resta sul fondo. Non bisogna agitarla, la bottiglia.
L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia. Nomi e parole sono questo. Davanti al ricordo sorridono anche loro, rassegnàti.