Irritarsi per una critica vuol dire riconoscere di averla meritata.
La più ingiusta condizione delle guerre sta in questo, che tutti si attribuiscono il merito delle imprese andate bene, mentre le sconfitte sono sempre imputate a uno solo.
Noi vediamo molti che stanno combattendo contro le avversità che sono felici, e molti sebbene abbondino nella ricchezza, che sono disperati.
I benefici sono graditi finché possono essere ricambiati, quando sono troppo grandi, invece di gratitudine generano odio.
Conviene alle donne di piangere, ma agli uomini di ricordare.
Anche per i saggi la brama di gloria è l'ultima passione di cui si spogliano.
I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
La critica della religione è il fondamento di ogni critica.
Il critico dovrebbe, per poter dare un giudizio definitivo, rifare il corso del mondo sino all'opera d'arte da giudicare, in due parole, essere uguale a Dio.
La critica salutare, ben informata ed equilibrata è l'ozono della vita pubblica.
Talora la più efficace critica di un testo è proprio la sua parodia.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
Tu puoi individuare il cattivo critico allorquando comincia a discutere il poeta e non la poesia.
Credo che la critica si giochi in una dimensione solitaria, oggi più che in passato. Il critico ha bisogno di amici, non di complici come è accaduto con i giochi di squadra della stagione ermetica.
Accetto con gratitudine la più aspra critica, se soltanto rimane imparziale.