La critica della religione è il fondamento di ogni critica.
Non esiste nulla che abbia valore senza essere un oggetto d'utilità.
Il comunismo, per noi, non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente.
I filosofi non spuntano dal terreno come i funghi. Essi sono il prodotto del loro tempo.
La teoria non trova mai la sua realizzazione nel popolo, se non quando essa realizza i bisogni di questo popolo.
Ha mutato le classi politiche in classi sociali, in modo che, come i cristiani sono eguali in cielo e ineguali in terra, così i singoli membri del popolo sono eguali nel cielo del loro mondo politico e ineguali nell'esistenza terrestre della società.
Il critico dovrebbe, per poter dare un giudizio definitivo, rifare il corso del mondo sino all'opera d'arte da giudicare, in due parole, essere uguale a Dio.
Accetto con gratitudine la più aspra critica, se soltanto rimane imparziale.
La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l'uomo continui a trascinarla triste e spoglia, ma perché la getti via e colga il fiore vivo.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
È facile criticare giustamente; è difficile eseguire anche mediocremente.
La critica, come la intendo io, viene scritta nella speranza che le cose migliorino.
I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
Io ho dei critici una allegra vendetta. Ché le mie appassionate lettrici e amiche sono appunto le loro mogli, le loro sorelle.