Il paradiso in terra non esiste, ma chi va in bicicletta ci arriverà comunque.
La bicicletta somiglia, più che ad ogni altra macchina, all'aeroplano: essa riduce al minimo il contatto con la terra, e soltanto la sua umiltà le impedisce di volare.
La vita si allunga perdendo di significato: diventeremo immortali quando esserlo non interesserà più a nessuno.
Se non siete felici siate almeno infelici e ne ricaverete comunque una certa soddisfazione.
Che la bicicletta non stia in piedi da sola e che abbia bisogno di qualcosa o di qualcuno che la sorregga: questo fa di essa una macchina commovente.
Il paradiso è sotto i nostri piedi e sopra le nostre teste.
Non c'è da dubitare del fatto che il paradiso offra soprattutto la compagnia di persone sgradite.
In paradiso un angelo non è niente di particolare.
Si dice che la creazione del Paradiso fosse la favola di un ignoto amore che a un certo punto sprigionò le ali dalla crosta terrestre, e così, raffreddandosi la terra, comparvero, al di là delle credenze bibliche, i primi voli degli angeli.
Nella nostra cultura noi non riusciamo a pensare al paradiso, per il momento, se non come una variante particolarmente luminosa del nulla.
Serve a qualcosa il paradiso? o la sua perfezione include l'inutilità?
Il paradiso lo preferisco per il clima, l'inferno per la compagnia.
Certamente il paradiso è qualcosa di cui tutti abbiamo bisogno, però non dobbiamo immaginarcelo in modo antropomorfico.
In paradiso si entra per favoritismo. Se si entrasse per merito, tu resteresti fuori ed il tuo cane entrerebbe al posto tuo.