Un critico è un uomo che conosce la strada, ma non sa guidare l'auto.
Un critico è un tizio che conosce la strada ma non sa guidare.
Una nevrosi è un segreto che non sai di custodire.
Quali cose umane non sono esposte al pericolo della degenerazione? I critici dei critici vi porranno riparo.
I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
Non si può criticare ed essere diplomatici allo stesso tempo.
La critica non ha strappato i fiori immaginari dalla catena perché l'uomo continui a trascinarla triste e spoglia, ma perché la getti via e colga il fiore vivo.
Non prestate alcuna attenzione alla critica degli uomini che non hanno, loro stessi, scritto un'opera notevole.
Credo che la critica si giochi in una dimensione solitaria, oggi più che in passato. Il critico ha bisogno di amici, non di complici come è accaduto con i giochi di squadra della stagione ermetica.
La critica è indulgente coi corvi e si accanisce con le colombe.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.
Talora la più efficace critica di un testo è proprio la sua parodia.
Io ho dei critici una allegra vendetta. Ché le mie appassionate lettrici e amiche sono appunto le loro mogli, le loro sorelle.