Non si può criticare ed essere diplomatici allo stesso tempo.
Io credo più nelle cose che nelle parole.
Nessuna maledizione più grande di un'idea propaganda attraverso la violenza.
Gli indifferenti non hanno mai fatto la storia, non hanno mai neanche capito la storia.
Accademismo non è l'eccesso della conoscenza, è il possesso di idee fisse su come utilizzare i propri dati.
La grande letteratura è semplicemente linguaggio carico di significato al più alto grado possibile.
Io ho dei critici una allegra vendetta. Ché le mie appassionate lettrici e amiche sono appunto le loro mogli, le loro sorelle.
Tu puoi individuare il cattivo critico allorquando comincia a discutere il poeta e non la poesia.
La critica va fatta a tempo; bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo.
Il critico dovrebbe, per poter dare un giudizio definitivo, rifare il corso del mondo sino all'opera d'arte da giudicare, in due parole, essere uguale a Dio.
La critica salutare, ben informata ed equilibrata è l'ozono della vita pubblica.
La critica, come la intendo io, viene scritta nella speranza che le cose migliorino.
Forse il peso specifico di un critico è null'altro che il suo desiderio di verità.
Un "critico" è un uomo che non crea nulla e proprio perciò si ritiene qualificato a giudicare il lavoro degli uomini creativi, Vi è logica, in questo: lui non ha preconcetti... odia allo stesso modo tutti gli individui creativi.
I critici devono sapere di più, e scrivere di meno.
Spesso la critica non è scienza; è un mestiere, in cui occorre più salute che intelligenza, più fatica che capacità, più abitudine che genio.