Chi non perdona al linguaggio non perdona alla cosa.
Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno.
Ci sono dei precursori che imitano gli originali. Se due hanno un pensiero, esso non appartiene a quello che lo ha avuto prima, ma a quello che lo ha avuto meglio.
Ci sono dei treni non puntuali che non sanno abituarsi ad attenersi ai loro ritardi.
E se la terra avesse solo una vaga idea della paura che ha la cometa di toccarla!
Ci sono delle persone che per tutta la loro vita serbano rancore a un mendicante perché non gli hanno dato niente.
Il limite del linguaggio si mostra nell'impossibilità di descrivere il fatto che corrisponde a una proposizione (che è la sua traduzione) senza appunto ripetere la proposizione.
La funzione del linguaggio non è quella d'informare, ma di evocare.
Non c'è modo di azione, né forma di emozione, che noi non condividiamo con gli animali inferiori. È solo attraverso il linguaggio che siamo superiori a loro, o l'un l'altro attraverso il linguaggio, che è il padre e non il figlio del pensiero.
Il linguaggio è la madre, non l'ancella del pensiero.
Un linguaggio è un gigantesco "come se".
Il linguaggio è un impoverimento del pensiero.
Il linguaggio è un labirinto di strade. Vieni da una parte e ti sai orientare, giungi allo stesso punto da un'altra parte, e non ti raccapezzi più.
Il linguaggio opera interamente nell'ambiguità, e la maggior parte del tempo non sapete assolutamente nulla di ciò che dite.
Il linguaggio è l'armonia della mente umana; a un tempo contiene i trofei del passato e le armi per future conquiste.