Non c'è linguaggio senza inganno.
I rivoluzionari sono più formalisti dei conservatori.
Ogni tanto mi accorgo che la penna ha preso a correre sul foglio come da sola, e io a correrle dietro.
Il primo libro sarebbe meglio non averlo mai scritto. Finché il primo libro non è scritto, si possiede quella libertà di cominciare che si può usare una sola volta nella vita.
Scrivere presuppone ogni volta la scelta d'un atteggiamento psicologico, d'un rapporto col mondo, d'un'impostazione di voce, d'un insieme omogeneo di mezzi linguistici e di dati dell'esperienza e di fantasmi dell'immaginazione, insomma di uno stile.
Viviamo in un paese dove si verificano sempre le cause e non gli effetti.
Il linguaggio è l'armonia della mente umana; a un tempo contiene i trofei del passato e le armi per future conquiste.
Il linguaggio opera interamente nell'ambiguità, e la maggior parte del tempo non sapete assolutamente nulla di ciò che dite.
Un linguaggio è un gigantesco "come se".
Il limite del linguaggio si mostra nell'impossibilità di descrivere il fatto che corrisponde a una proposizione (che è la sua traduzione) senza appunto ripetere la proposizione.
Chi non perdona al linguaggio non perdona alla cosa.
Il linguaggio è un labirinto di strade. Vieni da una parte e ti sai orientare, giungi allo stesso punto da un'altra parte, e non ti raccapezzi più.
Il linguaggio, prima di significare qualcosa, significa per qualcuno.
Il linguaggio è la madre, non l'ancella del pensiero.
Non c'è modo di azione, né forma di emozione, che noi non condividiamo con gli animali inferiori. È solo attraverso il linguaggio che siamo superiori a loro, o l'un l'altro attraverso il linguaggio, che è il padre e non il figlio del pensiero.