Nel cogliere il frutto della memoria si corre il rischio di sciuparne il fiore.
L'abitudine di riflettere profondamente è, sono costretto a dirlo, la più perniciosa fra tutte le abitudini prese dall'uomo civile.
È privilegio della prima giovinezza vivere in anticipo sui propri giorni, in tutta la bella continuità di speranze che non conosce pause o introspezioni.
Si vive come si sogna: perfettamente soli.
La vanità gioca orrendi scherzetti alla nostra memoria.
Il cervello perennemente al sicuro da tutte le sorprese dell'immaginazione.
Creder d'ingegno chi sa molto a memoria gli è come riputare sapiente chi tiene in casa una grande biblioteca. Molti, anzi, a forza di studio, diventano ignorantissimi.
I creditori hanno miglior memoria dei debitori.
La memoria diminuisce se non la tieni in esercizio.
La memoria è la continuità del tempo, permette alla conoscenza di proseguire.
A che giovano le memorie? Di noi muore la miglior parte, e non c'è memoria che possa resuscitarla.
Una testa senza memoria è una piazzaforte senza guarnigione.
Nella memoria tutto sembra accadere con musica.
Nel paese della memoria il tempo è sempre ora.
Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a dicembre.