Fa bene qualche volta essere malato.
Non parlerei tanto di me stesso se ci fosse qualcun altro che conoscessi ugualmente bene.
Non vi sarà mai uno Stato realmente libero e illuminato, finché lo Stato non giunga a riconoscere l'individuo come un potere più elevato e indipendente, dal quale derivino tutto il suo potere e la sua autorità, e finché esso non lo tratti di conseguenza.
Gli eroi e gli scopritori hanno trovato il vero, più di quanto fosse prevedibile, solo quando si aspettavano e sognavano qualcosa di più di quanto sognato dai loro contemporanei.
Si odia la gentilezza che si comprende.
Andate fiduciosi nella direzione dei vostri sogni, vivete la vita che avete sempre immaginato.
Non dobbiamo vergognarci della nostra malattia. Non è qualcosa da tenere nascosta. È, come dire, quella parte della nostra carta d'identità che ci fa rassomigliare di più A Gesù Cristo. È una tessera di riconoscimento incredibile, straordinaria.
Non era triste che la maggior parte delle persone si dovesse ammalare per rendersi conto che è bello vivere?
La malattia è un linguaggio comunicativo, non un ammasso anarchico di cellule impazzite. Succede che il nostro corpo non sia soddisfatto della vita che fa e si lamenta, tenti di opporsi, critica il cervello per le sue scelte.
Chi non sente il suo male è tanto più malato.
La malattia è un processo fisico che dà inizio a quell'uguaglianza che la morte perfeziona.
A forza di credersi malato, lo si diventa.
Ci sono rimedi peggiori della malattia.
Per malattia si deve intendere un intempestivo approssimarsi della vecchiaia, della bruttezza e dei giudizi pessimistici cose che sono in relazione fra loro.
La maggior parte delle malattie traggono origine da un dispiacere.