I fatti sono cocciuti, la morte il più cocciuto dei fatti.
Ci sono due cose che esigono una buona salute per essere fatte: l'amore e la rivoluzione.
Conviene a chi nasce molta oculatezza nella scelta del luogo, dell'anno, dei genitori.
Un libro non è soltanto, o non è sempre, un tempio delle idee o un'officina di musica e luce, è anche un luogo oscuro di sfoghi e di rimozioni, dove si combatte un duello senza pietà, con la sola scelta di guarire o morire.
Dio è migliore di quel che sembra, la Creazione non gli rende giustizia.
In alternativa al suicidio, che esige qualche virtù manuale e morale di difficile uso, ammutinarsi contro la vita.
Darei la vita per non morire.
La morte viveva in me e mi abbandonò per andare a vivere in un altro corpo.
La morte non è mai banale: è solennità, è mistero.
Nella vita la cosa più audace è odiare la morte; sono disprezzabili e disperate le religioni che ottundono questo odio.
E se Dio avesse inventato la morte per farsi perdonare la vita?
L'ultimo atto è cruento, per quanto bella sia la commedia in tutto il resto; alla fine, ci gettano un po' di terra sulla testa, ed è finita per sempre.
Aveva paura di avere, in punto di morte, una paura da morire.
La morte è quella malattia che pone fine a tutte le altre.
Quando si muore si ha ben altro da fare che di pensare alla morte.
La meditazione della morte non insegna a morire, non rende l'esodo più facile.