La lingua che si parla peggio è quella in cui meno si può mentire.
Dio, prima della creazione, era a sé stesso un segreto: dovette creare per conoscersi.
Grande idea quella della religione cattolica che gli uomini importanti siano qualcosa agli occhi della divinità, e possano influirvi con la mediazione.
L'uomo è ciò che egli pensa.
La vita è per i più un affare.
La gioia rende l'uomo socievole, il dolore lo allontana dagli altri.
La menzogna è un omaggio alla verità come l'ipocrisia è un omaggio alla virtù.
L'uomo si distingue dal resto della natura soprattutto per uno strato gelatinoso di menzogna che lo avvolge e lo protegge.
Chi non intraprende più lo sforzo di mentire al suo prossimo, lo offende.
La menzogna è pesante, chi ne abusa può trovarsela al piede come una palla di piombo.
Non servitevi dunque di questo termine così nobile, ideale, quando per dire la stessa cosa abbiamo nella lingua di tutti i giorni un'espressione eccellente: menzogna.
Nel mondo circolano un sacco di menzogne, e il peggio è che molte di esse sono vere.
Dopo aver mentito occorre buona memoria.
Ovunque si vada, regna la menzogna. La forma che essa assume nel XX secolo è soprattutto quella brutale, appariscente e chiassosa dell'impostura, quella del XIX secolo, più ovattata, era l'ipocrisia.
Spesso, mentire è carità.
Ciò che la gente chiama insincerità è semplicemente un metodo col quale noi possiamo moltiplicare le nostre personalità.