Il teatro è anche finzione solo perché è anzitutto segno.
La dolorosa meraviglia che ci procura ogni rilettura dei grandi tragici è che i loro eroi, che avrebbero potuto sfuggire a un fato atroce, per debolezza o cecità non capiscono a cosa vanno incontro, e precipitano nell'abisso che si sono scavati con le proprie mani.
In fondo la gaffe nasce sempre da un atto di sincerità non mascherata; quando la sincerità è voluta non si ha gaffe ma sfida e provocazione.
Tutte le eresie sono bandiera di una realtà dell'esclusione. Gratta l'eresia, troverai il lebbroso. Ogni battaglia contro l'eresia vuole solamente questo: che il lebbroso rimanga tale.
Quello che esce indenne dal riso è valido. Quello che crolla doveva morire.
Mentre il comico è la percezione dell'opposto, l'umorismo ne è il sentimento.
Il teatro resiste come un divino anacronismo; come l'opera lirica e il balletto classico. Un'arte che è rappresentazione più che creazione, una fonte di gioia e di meraviglia, ma non una cosa del presente.
Il cinema racchiude in sé molte altre arti; così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati propri del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura, alla musica.
Al college ho lasciato medicina per fare teatro, poi mi sono trasferito a San Francisco e ci ho vissuto per cinque anni.
L'esperienza teatrale mi ha aperto nuovi orizzonti, mi ha stimolato a sperimentare nuovi approcci e nuove idee nell'ambito della scultura stessa, in particolare per le opere di grandi dimensioni.
In teatro bisogna lavorare sodo per costruire un personaggio.
Il teatro è qualcosa che ho molto desiderato e molto preparato. Necessita di una tensione che non può cedere.
Un buon maestro di ballo è contemporaneamente autore e macchinista di teatro.
In teatro, spesso, le cose migliori sono gli intervalli.
Il teatro mi ha insegnato a non lasciare spazi vuoti nello spettacolo.
Senza il teatro non ci sarebbe la televisione e nemmeno il cinema.