Il crimine più grande: giudicare.
Arte. Un modo per entrare in contatto con la propria follia.
L'intelligenza è veramente una questione di gusto: gusto nelle idee.
Fotografare significa appropriarsi della cosa che si fotografa. Significa stabile con il mondo una relaziona particolare che dà una sensazione di conoscenza, e quindi di potere.
Le fotografie sono forse i più misteriosi tra gli oggetti che formano, dandogli spessore, quell'ambiente che noi definiamo moderno. Esse sono in realtà esperienza catturata, e la macchina fotografica è l'arma ideale di una consapevolezza di tipo acquisitivo.
La conseguenza più grandiosa della fotografia è che ci dà la sensazione di poter avere in testa il mondo intero, come antologia di immagini; nelle fotografie l'immagine è anche un oggetto, leggero, poco costoso, facile da portarsi appresso, da accumulare, da conservare.
Gli uomini si giudicano meglio dal basso verso l'alto che dall'alto in basso.
Non esiste condizione più favorevole per giudicare obiettivamente gli uomini di quella di chi abbia superato i cinquant'anni e non abbia figli.
Tra le maggiori scoperte fatte negli ultimi tempi dall'intelligenza umana va annoverata, a mio parere, l'arte di giudicare i libri senza averli letti.
Il mondo giudica gli uomini non dalle prove, ché non ha il tempo di ricercarle, ma dalle apparenze, onde poco basta a passare per una perla e pochissimo per un briccone.
Ciò che l'uomo sopporta più difficilmente è di essere giudicato. Di qui l'attaccamento alla madre o all'amante accecata, di qui anche l'amore per le bestie.
Ciascuno giudica bene ciò che conosce, e solo di questo è buon giudice.
Le cose grandi vanno giudicate con animo grande, altrimenti si finisce per vedere in esse i didetti che sono in noi.
È proprio perché uno non sa fare una cosa, che ne è il miglior giudice.
Non si possono giudicare gli uomini dal volto: essi si conoscono bene solo alla prova.