Il primo sintomo della morte é la nascita.
Aveva la coscienza pulita. Mai usata.
Bisogna avere molta pazienza per apprendere ad essere pazienti.
Si può seguire coerentemente uno scopo per tutta una vita, se quello si sposta di continuo.
La lotta per il potere va condotta contro di esso.
L'entusiasmo che si spegne dovrebbe lasciare un sedimento da spalmare sul viso, per ingannare il prossimo.
Morire per dormire. Nient'altro. E con quel sonno poter calmare i dolorosi battiti del cuore, e le mille offese naturali di cui è erede la carne! Quest'è una conclusione da desiderarsi devotamente. Morire per dormire. Dormire, forse sognare.
Pare impossibile; ma c'è al mondo certa gente che riesce a morire, sebbene non sia mai stata viva.
Chi sarebbe così insensato da morire senza aver fatto almeno il giro della propria prigione?
Un confessore si recò da un moribondo e gli disse: «Vengo a esortarvi a morire in pace». L'altro rispose: «E io vi esorto a lasciarmi morire in pace».
Ero morto da milioni di anni prima di nascere e questo fatto non mi ha mai minimamente infastidito.
La morte è una cosa rapida, chiara, che non ammette compromessi.
L'interesse per la malattia e la morte è sempre e soltanto un'altra espressione dell'interesse per la vita.
Non ci si può mai preparare abbastanza alla morte. Altre azioni possono essere ripetute, si possono ritentare se non riescono la prima volta. Non è così con la morte: essa avviene una volta sola e non c'è alcuna possibilità di ripeterla perché riesca meglio.
Semplicemente per confortare chi prova spavento della morte, Gesù ha esternato la propria paura, perché ognuno sapesse che tale paura non lo induce in peccato, purché egli tenga duro.
Alla morte pensaci, per non temerla mai.