La morte ci fa rinunciare a quello che la vita non ci avrebbe mai dato.
Chi ama il prossimo suo come sé stesso, o non conosce abbastanza il prossimo o non ama abbastanza se stesso.
L'ottimista ama la vita; il pessimista la conosce.
C'è un successo che si fonda sul merito e uno sulla fortuna. Il primo dura di più; il secondo costa di meno.
Noi diamo volentieri una mano a chi sta in basso purché non salga troppo in alto.
Non esercitata, la virtù può diventare un peccato. Come il peccato una virtù.
La morte è una battaglia sempre perduta.
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie.
Io devo vivere in compagnia della morte. La destesto, naturalmente, ma non la temo. Se la temessi non varrei nulla come medico. Dovrei temerla?
Quando un uomo muore, non viene strappato un capitolo dal libro, ma viene tradotto in una lingua migliore.
La morte viene silenziosa come un alce, dai vivi ci separa con il taglio di una falce.
Alla stupida domanda "Perché io?" l'universo si prende a malapena il disturbo di replicare: perché no?
Nulla è da temere da uomo che pensi abitualmente alla morte.
Si nasce una sola volta, ma si muore per sempre.
Cercate, meditando frequentemente sulla morte, di portarvi al punto per cui essa non vi sembri più una terribile nemica, ma un'amica la quale libera da questa sciagurata esistenza l'anima che langue nei conati della virtù per introdurla nel luogo della ricompensa e del riposo.
La morte significava ben poco per me. Era l'ultimo scherzo in una serie di pessimi scherzi.