Chi non sa ridere non è una persona seria.
Parliamoci, finché siamo in vita. Dopo non è detto che sia possibile.
Si ammette di avere quarant'anni soltanto dopo avere superato i cinquanta.
L'ipocrisia, per quanto sia un grave difetto, come difetto ha, tuttavia, il pregio di nascondere gli altri.
Quand'ero figlio io comandavano i padri. Ora che sono padre, comandano i figli. La mia è una generazione che non ha mai contato nulla.
L'ignoranza è il punto di vista che manca agli uomini di cultura.
Ridere è il linguaggio dell'anima.
Occorre ridere soprattutto di noi stessi.
Ridere significa essere liberi dai falsi idoli del mondo che vogliono essere adorati e dalla tracotante serietà della vita che rende schiavi.
Molti uomini, a causa del riso, producono gioie illusorie: ma io odio i buffoni che per mancanza dei saggi hanno bocche senza freno, e non vanno verso armonia d'uomini, ma nel riso degne case abitano, e dalle navigazioni giungon salvi a casa.
Non si può ridere di tutto e di tutti, ma ci si può provare.
Una risata non è affatto un cattivo inizio per un'amicizia ed è di gran lunga il miglior modo per finirla.
Per ogni risata, ci dovrebbe essere una lacrima.
Una risata slarga e riscalda il cuore, ha la fraternità della preghiera; chi sa ridere di ciò che rispetta e amare ciò di cui ride, incluso in primo luogo se stesso, è un giusto.
Se non ci fossero le sofferenze degli altri a farci ridere, non rideremmo mai.
Riso. Convulsione interna che altera i lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati. È infettivo e, seppure intermittente, incurabile.