La morte è una sorpresa che rende inconcepibile il concepibile.
La vanità non è altro che l'esser sensibili alla eventuale opinione degli altri su di noi. L'orgoglio nell'essere insensibili ad essa.
La vita perde in velocità ciò che guadagna in varietà, in complessità, in conservazione.
Pensavo che i piedi del danzatore sapessero solo disegnare, vedo che sanno anche pensare e scrivere.
Non sempre io sono del mio parere.
La politica è l'arte di evitare che la gente si interessi di ciò che la riguarda.
Certamente si deve morire, ma la morte viene associata a una "vecchiaia" vissuta come un evento molto lontano che non ci riguarda da vicino.
Nulla possiamo dire "nostro" eccetto la morte.
La morte è certa, la vita no.
Una bella morte... che sciocchezza, la morte non è mai bella, la morte è laida, sempre, è la negazione della vita.
La morte non è un evento estremo e conclusivo, è un elemento della vita con il quale noi tutti coabitiamo.
I morti non soffrono di essere morti e i vivi non soffrono se non perché vivono.
Un bel morir, tutta la vita onora.
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?
La morte è ciò che la vita ha sinora inventato di più solido e sicuro.
Ognuno deve morire, è vero, ma io ho sempre pensato che sarebbe stata fatta un'eccezione nel mio caso. E ora, che succede?