Giornalista è un tale che ha mancato il proprio mestiere.
La politica non è una scienza, come molti signori professori s'immaginano, ma un'arte.
La politica è l'arte del possibile, la scienza del relativo.
La forza prima del diritto.
Quanto più siamo forti, tanto meno probabile è la guerra.
Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia.
E' una calunnia che i giornali non stimolino i propri lettori al pensiero. Di certo li portano ai cruciverba.
Il giornalista è il solo scrittore che, quando prende la penna, non spera nell'immortalità.
La cronaca è letteratura sotto pressione.
Il giornalismo non è un mestiere che consenta un tempo libero autonomo rispetto alla professione. Richiede una vocazione. Se quella vocazione non c'è, è inutile provarci.
Quello è intelligente come un giornale. Sa tutto. Ciò che sa cambia ogni giorno.
Per quel che riguarda il giornalismo moderno, non è affare mio difenderlo. Giustifica la sua esistenza attraverso il principio darwiniano della sopravvivenza del più volgare. Io ho soltanto a che fare con la letteratura.
I giornali sarebbero ansiogeni? Ma la Bibbia non comincia forse con un delitto?
Un buon giornalista non legge che un giornale, il suo, e in questo giornale, non legge che un articolo, il suo.
La prostituzione del corpo ha in comune col giornalismo la capacità di non dover sentire, ma, rispetto a esso, ha in suo vantaggio la capacità di poter sentire.
I giornali arrivavano con tale ritardo che, più che notizie, portavano storia.