La morte può essere l'espiazione delle colpe, ma non può mai ripararle.
Siccome vi è un Dio solo, così nello stato ci vuole una sola giustizia.
La libertà moderna è essenzialmente morale.
Le pene dell'altro mondo furono immaginate per supplire alle insufficienti attrattive che ci si offrono in esso.
Non sempre dipende dal maestro fare buoni allievi. Occorre l'aiuto della natura: il seme deve trovare il terreno adatto.
Mai imputare alla malizia ciò che si spiega adeguatamente con l'incompetenza.
Le statistiche indicano la percentuale di nati morti. Trascurano la percentuale di morti vivi.
Morire sarà, su per giù, come quando su una vetrina una saracinesca s'abbassa.
Senza fede non potremmo accettare né concepire la morte.
Mi sono riappacificato col pensiero di dover morire quando ho compreso che senza la morte non arriveremmo mai a fare un atto di piena fiducia in Dio. Di fatto in ogni scelta impegnativa noi abbiamo sempre delle uscite di sicurezza. Invece la morte ci obbliga a fidarci totalmente di Dio.
Ricordiamo il vecchio adagio: si vis pacem, para bellum: se vuoi conservare la pace preparati alla guerra. Sarebbe ora di modificare questo adagio e di dire: si vis vitam, para mortem: se vuoi poter sopportare la vita, disponiti ad accettare la morte.
La radice di qualsiasi schiavitù è la morte.
Al mondo di sicuro ci sono solo la morte e le tasse.
Alla fine tutte le cose non devono forse essere inghiottite dalla morte?
Quando gli uomini muoiono, li attendono cose che essi non sperano né suppongono.
Molti di noi percorrono la vita in punta di piedi, così da raggiungere la morte in tutta sicurezza.