Fame e freddo non fanno domande.
L'arte deve stare fuori dalla politica e ancor di più l'artista.
Usciva mezzo addormentato dal lenzuolo rosa dell'alba e si stendeva sulle punte dei monti circostanti.
La dolcezza dei buoni, dei vinti, degli inermi. La dolcezza della malasorte accettata senza reclami.
Quegli ulivi, nonostante il corpo stravolto, bugnoso, avvitato su se stesso come in preda a contorsioni tremende, conservavano un'eleganza, uno stile e un equilibrio mai riscontrati in nessun altro albero.
Correre in ogni stagione, sulle cime dei monti, per vedere se dall'altra parte c'era un mondo migliore, un'altra vita, meno fatiche, meno paure, meno calci in culo.
Non c'è più la morte rapida della malaria; ma la fame rende la vita insopportabile, il sovraffollamento diviene regola, la morte lenta per inedia minaccia tante vite di più.
La fame fa uscire il lupo dal bosco.
Mangiavo come se non avessi mai più dovuto rivedere del cibo.
L'oscenità non è la pornografia, l'oscenità è che una persona possa morire di fame.
La fame fa buono anche il ferro, anche quello delle catene.
La fame viene e scompare... Ma la dignità, una volta persa, non torna mai più.
L'appetito rende saporite tutte le vivande.
Quando l'uomo non ha più freddo, fame e paura, è scontento.
La fame è la miglior salsa del mondo.
Il problema del mangiare cibo italiano è che, dopo cinque o sei giorni, hai fame di nuovo.