Il vero bene comune degli uomini è l'uomo stesso.
Il silenzio è il maestro dei maestri perché ci insegna senza parlare.
Quando la vita diventa un dialogo d'amore, quando trionfa su tutte quelle forze cieche che fanno di noi semplicemente un pezzo di universo, questa vita allora diventa eterna.
Dio non può perdere niente, perché ha sempre dato tutto e la sua vita è, appunto, questo dono infinito che Egli è.
Quando non abbiamo più nulla da ricevere e giunge l'ora del dare, quando cioè suona l'ora dell'amore, allora non riconosciamo più il volto di cui il nostro fervore implorava la presenza.
Il lavoro deve produrre uomini prima che cose.
Nulla può crescere e nulla così profondamente dissolversi, come l'uomo.
L'uomo è un essere finito, un essere di orizzonti, avanza a tentoni verso l'avvenire sulla linea del tempo contato.
Forse l'esperienza giova a questo o a quell'uomo. All'umanità non giova niente.
È certo che un uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere ciò che vuole.
Vedesti il mare, o esule? Vedesti il lavoro eterno ed alterno dell'onda coll'onda? Così è dell'uomo: è perseguito dall'infinito, è sbattuto all'infinito. Oh fortunato se sopra il suo capo vede brillare una stella!
Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto.
L'uomo non vive per soddisfare i suoi bisogni, ma vive per l'amore.
Scoppiamo dal ridere al solo vedere fianco a fianco l'uomo e il mondo, separati dalla sublime pretesa della paroletta e.
L'uomo è dove è il suo cuore, non dove è il suo corpo.
Ciarpame, ciarpame sono le opere dell'uomo.